Meglio bambini felici, che perfetti

di Emanuela Iacchia - Psicologa e Psicoterapeuta dell'età evolutiva

Educare i bambini al valore dell'imperfezione

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La crescita prevede conquiste e successi ma anche sbagli, cadute inevitabili e necessarie per lo sviluppo. Vediamo ora perché è importante educare i bambini all’imperfezione e come sostenere lo sviluppo della loro autostima.

I benefici dell'essere imperfetti

Di certo viviamo in una società che richiede continue performance e i genitori non sono esonerati da sentire queste aspettative su se stessi e sui propri figli. Si rincorrono standard sempre più elevati, ma addirittura si aspira alla perfezione perché ci si convince che si vale solo se si diventa una persona di successo. I genitori si sentono quindi autorizzati a spronare i figli a fare sempre di più, affinché da grandi possano diventare persone realizzate e raggiungere una posizione economicamente stabile. Ma se il principio è buono, è la rigidità con la quale si vuole raggiungerlo che non fa bene ai bambini. Insegnare a loro di volersi impegnare per migliorare va bene, ma il troppo fa male a tutta la famiglia. I genitori che si propongono come modelli perfetti competitivi e vincenti a tutti i costi, riversano aspettative eccessive sui figli, non insegnano a loro che la vita è costellata di ostacoli e qualche volta si perde anche senza averlo voluto.

Il sovraccarico delle aspettative e la paura di sbagliare

Il rischio di avere un bambino sovraccaricato da molte aspettative è che affronterà tutte le sue sfide quotidiane con uno stato di allerta e di preoccupazione continua, perché non vuole deludere i genitori, pensa che soltanto chi è bravo, merita amore ed il fallimento è da evitare a tutti i costi. L’ansia legata alla preoccupazione di sbagliare facilmente potrà portare ad un calo di prestazioni in un circolo vizioso che nel peggiore delle situazioni porta alla rinuncia stessa dell’impegno, senza nemmeno provare ad affrontarlo per paura di sbagliare.

L'importanza dell'autostima

Bisogna aiutare i propri figli a sviluppare la stima di sé come arma fondamentale per crescere sereni e riuscire nella vita. La mancanza di autostima può essere il maggior freno allo sviluppo e all'espressione delle proprie capacità sia emotive, cognitive e relazionali. La conquista dell’autostima è un percorso a tappe, consiste nell’acquisire la capacità di considerare in maniera critica i propri punti di forza e i propri limiti, non nasconderli, ma usarli per migliorarsi.

Quando si può cominciare a parlare di "sviluppo dell'autostima"?

I bambini cominciano a sviluppare la propria autostima fin dai primissimi mesi di vita, quando i neonati, attraverso il pianto, comunicano ai genitori i loro bisogni primari. Se mamma e papà sono attenti a cogliere e interpretare le richieste del piccolino, nutrendolo, cambiandolo, cullandolo, gli trasmettono la certezza di essere amato.


Convalidare i loro bisogni li rinforza. Anche quando sono più grandicelli, e cominciano a esprimersi a parole, non bisogna mai banalizzare le loro richieste, altrimenti smetteranno di rivolgersi agli adulti, perché penseranno che i loro desideri non sono importanti.



Il rafforzamento positivo nei confronti del bambino si ottiene anche con piccole frasi: "Bella la tua idea, di mettere in salotto questo vaso", "Grazie per il tuo aiuto", "Telefona tu alla nonna e salutala per tutti noi”. Non va fatto però l'errore di sovrastimare le sue capacità, di dirgli in continuazione "sei il migliore, non sbagli mai", perché si rischierebbe di nuovo di mettere su di lui alte aspettative e tutto diventerebbe controproducente. In merito al permissivismo e all’eccessiva tolleranza dei genitori, dove regole e divieti sono sempre più rari, si sviluppa nei bambini una bassa autostima e una fragilità nascosta che minaccia la crescita futura.

Non esasperare le aspettative nei confronti dei figli

Inoltre, per aumentare l’autostima e favorire una personalità equilibrata, è fondamentale che i genitori non abbiano eccessive aspettative nei confronti delle performance scolastiche dei figli. Quando il bambino esce da scuola il voto non deve essere il primo argomento di dialogo, mai chiedere che voto hanno preso gli altri compagni nel compito o, peggio, confrontare la pagella con gli altri genitori. Spesso questi atteggiamenti nascondono più un bisogno dei genitori di essere perfetti, bisognerebbe chiedersi perché. Quindi, per preparare un bambino alla vita, è bene fargli coltivare i suoi talenti e le sue passioni, senza pregiudizi, rispettando per ciò che egli è. Trasmettere ai bambini il messaggio che l’amore dei genitori è incondizionato e non legato a prestazioni e successi. Anche se non sono i primi della classe o i migliori in campo, la considerazione e l’affetto dei genitori non cambieranno mai.