Acido folico in gravidanza

Perché assumerlo prima del concepimento e in gravidanza

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L’acido folico, più noto con il nome di vitamina B9, è un nutriente fondamentale per il corretto sviluppo dell’embrione e del feto fin dai primissimi giorni della gravidanza, ma che il nostro corpo non è in grado di produrre autonomamente. Il suo ruolo è cruciale dai primissimi momenti dopo il concepimento, ancora prima che il test di gravidanza sia positivo.



Basta una quantità minima di acido folico assunta quotidianamente per fare una grande differenza nella salute della futura mamma e del bambino. Sapere quando e come assumere l'acido folico è quindi essenziale, soprattutto se si sta pianificando una gravidanza


In questo articolo approfondiremo a cosa serve l’acido folico in gravidanza, qual è il momento migliore per iniziare a integrarlo, in che modo introdurlo attraverso la dieta e gli integratori e perché spesso viene consigliato insieme alla vitamina B12 per un sostegno completo alla salute materno-fetale.

Acido folico in gravidanza: a cosa serve?

L’acido folico è protagonista sin dalle primissime fasi dello sviluppo fetale, poiché partecipa alla formazione del tubo neurale, la struttura embrionale da cui si svilupperanno il cervello e il midollo spinale, prevenendone i difetti. Questo tubo si chiude entro i primi 28 giorni dal concepimento e una carenza di acido folico nelle prime settimane di gestazione può aumentare il rischio di gravi anomalie congenite, come la spina bifida (una chiusura incompleta della colonna vertebrale) o l’anencefalia (assenza parziale o totale del cervello e del cranio). Per questo motivo è fortemente raccomandato iniziare a integrare l’acido folico già prima del concepimento o comunque il più presto possibile.


Ma il suo ruolo non si limita alla prevenzione dei difetti del tubo neurale. L’acido folico è infatti essenziale anche per:

  • la produzione di globuli rossi, prevenendo forme di anemia sia nella madre che nel bambino; 
  • la formazione della placenta, l'organo che nutre e protegge il feto per tutti i nove mesi;
  • la corretta crescita degli organi del feto

Un adeguato apporto di questo nutriente può ridurre significativamente il rischio di parto prematuro, basso peso alla nascita e preeclampsia, una seria condizione legata all'ipertensione in gravidanza.

Quando iniziare a prendere acido folico e quanto assumerne?

Le principali autorità sanitarie concordano nel consigliare l’assunzione di acido folico almeno un mese prima del concepimento. Questo perché il tubo neurale si forma nelle primissime settimane di gravidanza, spesso prima ancora che la futura mamma scopra di essere incinta. Per garantire una protezione efficace è quindi essenziale iniziare fin dalla programmazione della gravidanza e proseguire con l’integrazione per tutto il primo trimestre.


In alcune situazioni specifiche il medico può raccomandare di continuare ad assumere l’acido folico anche nel secondo e terzo trimestre. È il caso, ad esempio, di donne con una carenza già presente prima della gravidanza (derivante dall'assunzione di specifici farmaci, da un elevato consumo di alcool, dal diabete mellito insulino-dipendente, dalla celiachia o altre patologie da malassorbimento e da alcune mutazioni genetiche), di chi ha avuto precedenti gravidanze complicate da malformazioni del feto o di chi segue regimi alimentari restrittivi, come le diete vegane, che possono ridurre l’apporto naturale di folati.


Quanto acido folico assumere? La dose raccomandata per le donne che pianificano una gravidanza è di 0,4 mg (milligrammi), equivalenti a 400 µg (microgrammi), al giorno. Anche durante la gravidanza, la raccomandazione standard è di 0,4 mg al giorno, in quanto il feto attinge alle risorse materne. Tuttavia, in presenza di fattori di rischio, il medico può suggerire dosi più elevate. Una domanda comune è se l’acido folico si possa assumere sempre: la risposta è sì. Questo integratore ha un elevato profilo di sicurezza e può essere assunto anche per lunghi periodi, purché sotto controllo medico.

Come assumere l’acido folico: integratori e alimentazione

L’acido folico può essere assunto attraverso due fonti principali: gli integratori e l’alimentazione quotidiana. I folati naturalmente presenti nei cibi però hanno una biodisponibilità inferiore rispetto alla forma sintetica dell’acido folico (vitamina B9) contenuta negli integratori. Per questo motivo, soprattutto in gravidanza o in fase di pre-concepimento, l’integrazione è fortemente raccomandata per garantire un apporto giornaliero adeguato. Spesso, infatti, è consigliato l’uso di multivitaminici prenatali specificamente formulati per la gravidanza, contenenti non solo acido folico, ma anche altri micronutrienti fondamentali come ferro, iodio, vitamina D e, in molti casi, vitamina B12. Chi segue una dieta vegana, vegetariana o presenta condizioni particolari dovrebbe sempre confrontarsi con il proprio medico o ginecologo per identificare l’integratore più adatto alle proprie esigenze.



In quali alimenti è presente l’acido folico? Esistono molti cibi ricchi di folati che possono contribuire al fabbisogno quotidiano di acido folico. Integrare questi alimenti nella dieta in gravidanza è fondamentale. Tra questi troviamo:

  • verdure a foglia verde, come spinaci, lattuga, asparagi e bietole; 
  • legumi, come lenticchie, ceci e fagioli;
  • Frutta, come agrumi (arance, pompelmi), fragole, kiwi, avocado;

Cereali integrali e fortificati (ovvero arricchiti con acido folico).

Acido folico e vitamina B12: perché è importante assumerli insieme?

L’acido folico e la vitamina B12 agiscono in stretta sinergia e sono entrambe indispensabili per la formazione del sistema nervoso e la produzione di globuli rossi. Quando una di queste due vitamine scarseggia, l’efficacia dell’altra può essere compromessa, aumentando il rischio di carenze nutrizionali che possono avere un impatto significativo sulla salute della madre e del bambino.


Questo legame è particolarmente rilevante per le donne che seguono una dieta vegetariana o vegana, poiché la vitamina B12 è presente quasi esclusivamente negli alimenti di origine animale (carne, pesce, uova, latticini). In questi casi è indispensabile integrare in modo mirato sia l’acido folico sia la vitamina B12, sotto la supervisione del medico, per garantire un apporto completo e prevenire eventuali deficit. Una corretta integrazione di entrambe le vitamine aiuta anche a regolare i livelli di omocisteina, un amminoacido che, se presente in quantità elevate, è associato a un maggior rischio di complicanze cardiovascolari e ostetriche


Garantire il giusto equilibrio tra acido folico e vitamina B12 fin dal periodo preconcezionale rappresenta una scelta semplice ma potente per promuovere una gravidanza serena e il benessere del nascituro.

FAQ - Domande frequenti

La dose standard raccomandata è di 0,4 mg (milligrammi), ovvero 400 microgrammi, al giorno. È fondamentale iniziare l'assunzione almeno un mese prima del concepimento e proseguire per tutto il primo trimestre. Il medico potrebbe prescrivere un dosaggio più alto (fino a 5 mg) in caso di fattori di rischio specifici.

Sì, è altamente raccomandato che tutte le donne in età fertile che pianificano o non escludono attivamente una gravidanza assumano regolarmente la dose giornaliera di 0,4 mg.

Assolutamente no. L'acido folico è una vitamina e non apporta calorie. Non ha alcun effetto sul peso corporeo né sulla ritenzione di liquidi. È un micronutriente essenziale che aiuta il metabolismo, ma non causa aumento di peso.

Una carenza di acido folico può avere conseguenze serie sia per il feto che per la mamma. Per il feto, aumenta drasticamente il rischio di gravi difetti del tubo neurale, come la spina bifida e l'anencefalia. È associato anche a un maggior rischio di parto prematuro e basso peso alla nascita. Per la mamma, può causare anemia megaloblastica, che provoca debolezza, affaticamento e pallore.