Come estrarre e conservare correttamente il latte materno

Modalità e tempistiche corrette per l'estrazione del latte

https://www.chicco.it/dw/image/v2/BJJJ_PRD/on/demandware.static/-/Sites-Chicco-Italy-Library/it_IT/dw3d065e5c/site/13-Consigli/Articoli/Allattamento/Estrazione latte materno/come_estrarre_e_conservare_il_latte_materno.jpg

Premesso che la suzione diretta del bambino al seno è la modalità migliore per l’allattamento materno, ci sono però alcune situazioni in cui questo non è possibile. L'estrazione e la conservazione del latte materno sono pratiche essenziali per molte madri che allattano, offrendo flessibilità e garantendo che il bambino continui a ricevere i benefici del latte materno anche in loro assenza. In questo articolo vedremo come effettuare l’estrazione del latte, come conservarlo correttamente e alcuni consigli da seguire perché tutto proceda nel modo migliore sia per la mamma che per il bambino.

Quando e ogni quanto tirare il latte?

La frequenza e il momento giusto per tirare il latte dipendono dalle esigenze individuali e dalla routine di allattamento del bambino. Molte madri trovano utile tirare il latte circa un'ora dopo la poppata, quando i seni si sono riempiti nuovamente ma non sono ancora troppo pieni. Alcune madri hanno una maggiore produzione di latte al mattino, rendendolo un momento ideale per l'estrazione.


Per mantenere la produzione, è consigliabile tirare il latte ogni 2-3 ore, specialmente se si è lontani dal bambino. Se si allatta regolarmente, tirare il latte 1 o 2 volte al giorno potrebbe essere sufficiente per creare una scorta.Le situazioni più frequenti per le quali può essere necessario e utile estrarre il latte materno sono:


  • Nascita di un bambino prematuro o separato dalla mamma subito dopo la nascita per accertamenti e cure particolari;
  • Alimentazione di un bambino con difficoltà a coordinare la suzione o che fa fatica ad attaccarsi;
  • Alimentazione di un bambino sottopeso o con una malattia che gli impedisce di succhiare;
  • Allontanamento momentaneo dalla mamma per lavoro,per malattia o per esigenze personali;
  • Mantenimento della produzione del latte quando mamma e bambino sono separati;
  • Drenaggio di un seno eccessivamente teso e aiutare così il bambino ad attaccarsi;
  • Riduzione di un ingorgo mammario, di un’ostruzione di un dotto galattoforo o una stasi del latte;
  • Capezzoli dolenti con ragadi, piatti o rientranti, come supporto momentaneo per alleviare il fastidio;
  • Alimentazione di più lattanti in caso di nascita multipla.

Tirare il latte: quale tiralatte scegliere?

Per estrarre il latte materno si può utilizzare o il metodo della spremitura manuale o il tiralatte, manuale o elettrico. La scelta della modalità dipende da diversi fattori come l’arco di tempo per cui sarà necessario il tiraggio, quante volte durante la singola giornata si dovrà ricorrere all’estrazione, l’ambiente in cui avverrà l’estrazione e le preferenze della mamma.



La spremitura manuale è il metodo che la natura ci fornisce poiché non richiede l’acquisto di alcun tipo di ausilio ma necessita però l’acquisizione di una tecnica che deve essere spiegata e insegnata da personale competente ed esperto

.  

Se l’estrazione viene effettuata di rado, in caso di allontanamento momentaneo ed occasionale della mamma dal neonato, si può utilizzare un tiralatte manuale, poiché è pratico e non richiede elettricità. Se invece il ricorso è più frequente nell’arco della giornata e prolungato nel tempo, allora sarà bene scegliere un tiralatte elettrico sicuramente più comodo ed efficiente. Se infine, l’utilizzo dovesse essere quotidiano e regolare – specialmente nel primo periodo la mamma potrebbe utilizzarlo fino a 7-8 volte al giorno (cioè l’equivalente delle poppate di un neonato nell’arco delle 24 ore) - allora il consiglio è quello di optare per un tiralatte elettrico doppio in modo da raccogliere più latte in meno tempo cosicché la mamma possa avere più tempo per sé o per stare con il piccolo.



Anche l’ambiente in cui si effettua l’estrazione può essere rilevante: se per esempio la mamma rientra al lavoro ma desidera proseguire l’allattamento materno, un tiralatte portatile, compatto e silenzioso, può essere la soluzione migliore.



È bene inoltre specificare che i tiralatte non si differenziano solamente per il tipo di alimentazione ma anche per la coppa. Infatti, nei casi in cui siano presenti problematiche legate all’allattamento, come ingorghi, scarsa produzione di latte, ragadi o capezzoli dolenti, può essere utile scegliere un tiralatte come Stimolatte di Chicco. La sua innovativa coppa, massaggiante e rotante, oltre a garantire un’estrazione delicata, simula la suzione del bambino poiché replica i movimenti di lingua e guance ed è in grado di svuotare al meglio tutte le parti del seno.

Come usare il tiralatte

Quando si usa il tiralatte bisogna estrarre con un livello di suzione confortevole e simile a quella del bambino: tiraggi brevi e rapidi all’inizio, seguiti da estrazioni più lunghe e più lente. Nel tiralatte manuale questa regolazione di intensità e frequenza si effettua agendo direttamente sulla leva; i tiralatte elettrici sono solitamente dotati di una doppia modalità, stimolazione ed estrazione.


Al momento dell’estrazione, potrebbe essere utile preparare l’ambiente: privacy, luce soffusa e una sedia comoda. La vicinanza con il bambino può essere d’aiuto perché la vista, i suoni e il profumo del neonato contribuiscono al flusso degli ormoni. Respirare profondamente, visualizzare qualcosa che trasmetta tranquillità e benessere, ascoltare brani di musica rilassante sono consigli ugualmente utili. Tuttavia, anche le risate sono estremamente utili: ridere stimola il rilascio di ossitocina!


Ecco alcune indicazioni utili per ottimizzare al meglio l’estrazione e la raccolta di latte:


  • Massaggiare il seno con le mani pulite per 1-2 minuti prima di iniziare.
  • Regolare la velocità del tiralatte in base al comfort e posizionare la coppa in modo adeguato e confortevole. Non si deve sentire dolore. 
  • Continuare l’estrazione fino a quando il seno è ben drenato, morbido o comunque non oltre i 15 minuti.

Come conservare il latte materno appena tirato?

Conservare correttamente il latte materno appena estratto è fondamentale per preservarne la qualità e i benefici nutrizionali. Dopo l’estrazione il latte materno fresco deve essere conservato: 


  • a 25°-37°C per 4 ore
  • a 15°-25°C per 8 ore
  • a meno di 15°C per 24 ore
  • non conservare a più di 37°C

Il latte estratto può anche essere conservato in frigo. Il latte refrigerato si conserva a 2°- 4°C, fino a 8 giorni, nella parte più fredda del frigorifero. Siccome molti frigoriferi non mantengono una temperatura costante, è preferibile usare il latte entro 3-5 giorni o congelare quello che non si userà entro 5 giorni. 


Il latte materno può essere congelato e conservato in freezer secondo le seguenti modalità e tempistiche:


  • nel comparto congelatore di un frigorifero: 2 settimane;
  • nel comparto congelatore di un frigorifero congelatore: 3 mesi;
  • in un congelatore separato a bassa temperatura: 6 mesi;
  • scongelato lentamente in frigorifero: 24 ore (non ricongelare).


Quando si è pronti ad utilizzarlo, è importante sapere come scongelare il latte materno correttamente: trasferire il contenitore in frigorifero per scongelarlo lentamente oppure utilizzando uno scaldabiberon a ciclo lento. Evitate di utilizzare il microonde o il bagnomaria con acqua bollente poiché si potrebbero distruggere nutrienti importanti e creare punti caldi pericolosi. Prima di offrire il latte al bambino, agitate delicatamente il latte scongelato per mescolare eventuali strati separati. 


Qualsiasi sia il metodo di conservazione, è consigliabile utilizzare appositi contenitori per il latte materno in materiale leggero e sterilizzabile e con chiusura ermetica, per preservare i principi nutritivi e garantire la massima igiene. Inoltre, è importante ricordarsi di scrivere la data di estrazione su ogni contenitore e di utilizzare prima quello più vecchio.