“FATE GESTI GENTILI, E IL MONDO SARA’ MIGLIORE”

Una chiacchierata con la fondatrice di Benevent Planner per parlare di work-life balance, maternità e molto altro.

https://www.chicco.it/dw/image/v2/BJJJ_PRD/on/demandware.static/-/Sites-Chicco-Italy-Library/it_IT/dw3ef97cc9/site/13-Consigli/Articoli/Essere Madre/Fate-gesti-gentili-e -il-mondo-sara-migliore/Elena Bongiorno_foto intervista 2.png

Elena Bongiorno è la mente creativa dietro Benevent Planner, progetto di wedding design, nato dopo la fine del suo lavoro in una multinazionale e dopo la maternità. 

Ambassador del progetto #mammaE per raccontare la sua storia come mamma, donna e imprenditrice, ci ha raccontato di come ha affrontato con energia e positività diverse sfide quando è rimasta incinta e la sua azienda ha deciso di interrompere i rapporti.

Com’è nato il tuo Progetto Benevent Planner e la tua passione per il wedding design?

Sono sempre stata una persona creativa, ma avevo accantonato questo lato di me, in favore di scelte più solide e tradizionali. Quando però la stabilità lavorativa è venuta meno, con l’esigenza di individuare un nuovo percorso professionale, tra l’altro in un momento così delicato, mi sono riscoperta. Oggi posso dire quindi che la mia passione è esplosa proprio quando mio figlio Leo era praticamente ancora nel pancione, è nata insieme a lui.

Tutti mi dicevano che con un bimbo piccolo dovevo essere cauta e provare a ricollocarmi in un contesto aziendale, ma sentivo che quella non era la strada giusta per me, così ho deciso di essere coraggiosa e provare a realizzare i miei sogni.

Avevo molte idee per modernizzare il mondo del wedding, e proprio da queste è nato nel 2016 Benevent Planner.

Iniziare non è stato facile, la realtà in cui viviamo pretende molto dalle mamme. Mi ritagliavo delle ore in cui fare ricerca e prendere ispirazione, principalmente quando Leo dormiva, per non far pesare alla mia famiglia la mia assenza. I primi tre anni sono stati molto intensi. Questo progetto è cresciuto con Leo, e, seppur davvero impegnativo, mi ha dato allo stesso tempo molta energia e stimoli positivi. Ci vogliono tempo e passione per perseguire un sogno, soprattutto con un figlio piccolo: credo siano state determinanti la costanza e la pazienza per farcela, così come la passione e la capacità di adattamento.

Parlaci della tua esperienza di mamma e lavoratrice, come sei riuscita a trovare un equilibrio?

È fondamentale avere una mente aperta e resistere davanti alle prime difficoltà. L’equilibrio non è una formula magica, è qualcosa che si crea giorno per giorno, grazie soprattutto all’aiuto delle persone attorno a noi. E ciò avviene nel momento in cui si accetta di rinunciare alla perfezione e si capisce che si può anche delegare a nonni, parenti, baby-sitter, ma anche amici e soprattutto amiche, che diventano la nostra rete di alleati. Si può restare piacevolmente sorpresi dall’aiuto e dal supporto che si può ricevere quando ci si scambia piccoli – ma preziosi – gesti.

Secondo te perché oggi ci sono ancora tanti pregiudizi sulle mamme lavoratrici?

Credo perché con l’aumentare delle responsabilità e del carico di lavoro familiare, si pensa che le donne non siano in grado di restare al passo anche in ambito lavorativo. Ma quando una donna diventa madre acquisisce molte di quelle che vengono definite “soft skills”, imparando a gestire potenzialmente molte più cose allo stesso tempo, allenando le doti di conciliazione e leadership.

La maternità è senz’altro un’esperienza impegnativa e stressante, ma non preclude la possibilità di costruirsi un percorso professionale.

Un “trucco” per gestire agilmente lavoro, maternità e le proprie passioni?

Il mio consiglio è di non avere fretta, scegliere i propri obiettivi e lavorare con costanza per raggiungerli, senza farsi buttare giù dagli ostacoli, che sono presenti in ogni cammino: fare ogni cosa con gioia e gentilezza, alla lunga ripaga di tutti gli sforzi.

Le cose brutte accadono, ma per me riuscire comunque a dare il meglio di sé è fondamentale.

Di recente ho scoperto di avere una malattia, e nonostante sia stato un brutto colpo, ho cercato anche in questo caso di non lasciare indietro le mie passioni e i miei affetti.

 

Dopo la tua testimonianza per la nostra campagna #mammaE, come ha risposto la tua community?

Molte persone si sono ritrovate, con diverse storie e io stessa mi sono ritrovata nei racconti di tante altre donne. È stato molto bello ed arricchente per me e per chi mi segue. Ancora una volta noi donne abbiamo avuto la conferma di non essere sole nel nostro percorso di maternità e di vita. Le donne devono imparare a essere le migliori amiche delle donne. A confrontarsi tra loro e a non avere paura di impegnarsi in progetti personali. Si può essere allo stesso tempo una mamma e una donna che insegue le proprie passioni, un’ottima professionista, seppur spesso, come detto in precedenza, l’equilibrio non è così semplice da raggiungere, questa fatica è ripagata da tanta gratificazione. Voglio incoraggiare tutte le donne e mamme a non abbattersi, perché è davvero possibile perseguire i propri sogni e le proprie passioni, non dobbiamo avere però paura di chiedere aiuto. Non esiste una formula magica per raggiungere questo obiettivo, l’importante, secondo me, è sempre cercare di prendere il meglio da ogni cosa, rimanendo noi stesse.