Gattonamento: a che età si comincia e come stimolarlo
Un passo verso l’autonomia e una conquista che coinvolge corpo e mente
In questo articolo
Il momento in cui un bambino inizia a gattonare e a muoversi in autonomia è una delle tappe più emozionanti del suo percorso di crescita. Il gattonamento segna l'inizio di una nuova era di esplorazione, curiosità e indipendenza. Per i genitori, è un misto di gioia e apprensione: il piccolo esploratore è in movimento e la casa si trasforma in un territorio da scoprire e mettere in sicurezza.
Questa fase, tanto attesa quanto discussa, porta con sé molte domande: quando inizierà? Sta gattonando nel modo "giusto"? E se non gattonasse affatto? Questo articolo è pensato per rispondere a ogni dubbio, aiutandoti a comprendere e supportare il tuo bambino in questa fondamentale tappa del suo sviluppo.
Cos’è il gattonamento e perché è importante
Il gattonamento è molto più di un semplice modo per spostarsi. È una fase di transizione cruciale tra lo stare sdraiati, rotolare e il camminare, un vero e proprio allenamento intensivo per il corpo e per la mente. Durante questa tappa dello sviluppo il bambino impara a coordinare i movimenti di braccia e gambe, a mantenere l’equilibrio e a percepire meglio il proprio corpo nello spazio. Il gattonamento è importante per molteplici benefici:
- Sviluppo psicomotorio e coordinazione: il classico gattonamento a quattro zampe (incrociato) richiede al bambino di coordinare braccio e gamba opposti, stimolando entrambi gli emisferi cerebrali a lavorare insieme, gettando le basi per future abilità complesse.
- Rafforzamento muscolare: gattonare rafforza i muscoli del collo, delle spalle, delle braccia e del tronco, tutta la muscolatura che sarà poi indispensabile per stare in piedi e camminare.
Sviluppo cognitivo: muovendosi in autonomia, il bambino inizia a esplorare lo spazio, a comprendere i concetti di distanza e profondità, e a risolvere i primi "problemi" (come aggirare un ostacolo per raggiungere un gioco).
A quanti mesi si gattona?
La domanda più diffusa tra i genitori in questo caso è: a quanti mesi si inizia a gattonare?, per verificare che il proprio bambino sia in linea con i tempi medi nelle sue tappe di sviluppo più importanti. In media i bambini iniziano a gattonare tra i 7 e i 10 mesi, ma esistono ampie differenze da un neonato all’altro. Alcuni cominciano un po’ prima, intorno ai 6 mesi, altri dopo i 10: entrambe le situazioni rientrano assolutamente nella norma.
È importante sapere che è molto raro che un bambino inizi a gattonare a 4 mesi. I piccoli tentativi che si possono apprezzare a questa età sono delle preparazioni allo schema motorio del gattonamento: sollevare bene la testa e il petto durante il tummy time, iniziare a rotolare e anche esplorare il mondo circostante con lo sguardo e le mani. Questi movimenti propedeutici saranno le basi per il movimento coordinato che riuscirà a sbloccare nei mesi successivi.
Le prime forme di movimento
Il gattonamento non comincia all’improvviso. È il culmine di un percorso che si sviluppa in diverse tappe, ciascuna con la sua importanza. Solitamente, le principali tappe che lo precedono sono:
- Rotolamento: il bambino impara a girarsi dalla pancia alla schiena e viceversa.
- Sollevamento sulle braccia: durante il tummy time, il bambino si solleva sulle braccia e sulle ginocchia, imparando a sostenersi.
- Dondolio: il bambino si mette a quattro zampe e inizia a spingersi indietro o a dondolarsi sul posto, sperimentando i primi movimenti coordinati.
- Spinta all’indietro: molti bambini, all’inizio, spingono con le braccia e finiscono per muoversi all’indietro. Può essere frustrante per loro, ma è un segnale che hanno capito come usare la forza per spostarsi.
Ogni bambino segue i propri ritmi e anche il modo in cui si muove può essere diverso. Tutte le modalità fanno parte di un processo naturale di esplorazione.
Stili di gattonamento: simmetrico e asimmetrico e altre varianti
Non tutti i bambini gattonano nello stesso modo. Alcuni adottano schemi simmetrici, muovendo braccio e gamba opposti, altri mostrano movimenti più personali, come gattonare con una gamba piegata o spingersi principalmente con un lato del corpo. Questo tipo di gattonamento asimmetrico nella maggior parte dei casi è del tutto fisiologico e riflette la ricerca di equilibrio e coordinazione ancora in via di sviluppo.
Oltre al classico gattonamento simmetrico, quello incrociato, esistono altre varianti, tutte perfettamente normali:
- Gattonare strisciando: il bimbo si sposta tenendo la pancia a terra e usando le braccia per tirarsi avanti.
- Scivolamento sul sedere (bum shuffling): alcuni bambini si muovono stando seduti e spingendosi con le gambe e le braccia.
- Gattonamento asimmetrico: il bambino potrebbe gattonare con una gamba piegata per spingersi e l'altra tesa, oppure avanzare con un ginocchio e un piede.
Nella maggior parte dei casi, è solo uno schema motorio personale e temporaneo.
Come favorire il gattonamento: quali esercizi fare e come preparare l’ambiente
Anche se si tratta di una tappa istintiva, i genitori possono creare le condizioni ideali per incoraggiare il bambino a gattonare. L’ambiente gioca un ruolo fondamentale, così come fornire stimoli motori, visivi e sonori. Ecco alcuni suggerimenti pratici:
- Crea uno spazio sicuro: libera uno spazio a terra, sicuro e privo di ostacoli. Un tappeto gioco offre una superficie comoda e non troppo scivolosa.
- Favorisci il tummy time: il tempo trascorso a pancia in giù, fin dai primi mesi, è l'allenamento migliore per rafforzare i muscoli di collo e schiena, necessari al gattonamento.
- Offri stimoli e interazione: posiziona i suoi giochi preferiti o uno specchio infrangibile a breve distanza, appena fuori dalla sua portata, per stimolarlo a raggiungerli. Oppure siediti davanti a lui e incoraggialo con la voce o un oggetto colorato.
Evita lunghi periodi in seggiolino o sdraietta: questi strumenti limitano la libertà di movimento e non permettono al bambino di sperimentare e rafforzare i muscoli in modo naturale.
Quando consultare il pediatra o il fisioterapista
Nella maggioranza dei casi, le variazioni nello stile e nei tempi del gattonamento non devono destare preoccupazione. Tuttavia, ci sono alcuni segnali che meritano un'attenzione in più e un consulto con il pediatra o un fisioterapista pediatrico:
- Ritardo significativo: se intorno ai 10-12 mesi il bambino non mostra interesse a spostarsi autonomamente (non rotola, non cerca di mettersi a quattro zampe);
- Gattonamento asimmetrico persistente: se il bambino usa costantemente ed esclusivamente un solo lato del corpo per muoversi, trascinando l'altro come se non fosse attivo. Un gattonamento con una gamba piegata può essere normale, ma se l'altra gamba non viene mai usata alternativamente, è bene farlo notare al pediatra.
- Scarsa coordinazione o ipotonia: se i movimenti appaiono molto scoordinati, rigidi o, al contrario, il bambino sembra non riesce a sostenere bene il suo peso su braccia e gambe dopo i 9-10 mesi.
- Perdita di abilità motorie acquisite in precedenza
In questi casi il pediatra o il fisioterapista pediatrico potranno valutare la situazione globale e, se necessario, proporre semplici esercizi o attività per stimolare uno sviluppo motorio armonioso.
Il gattonamento è una tappa meravigliosa, ma non è una gara. L'obiettivo non è raggiungere il traguardo prima degli altri, ma fornire al tuo bambino un ambiente sicuro e amorevole in cui possa esplorare il mondo con i suoi tempi e le sue capacità.
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