Perdite da impianto: cosa sono e come riconoscerle
Scopriamo insieme cosa sono, quando avvengono e come interpretarle correttamente.
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Le perdite da impianto sono uno dei segnali più precoci di una gravidanza. Imparare a riconoscere correttamente queste perdite può aiutare le donne che stanno cercando una gravidanza a cogliere un indizio importante ancor prima di effettuare un test.
Tuttavia, possono essere fonte di confusione, poiché possono essere facilmente scambiate con spotting premestruale o con l’inizio del ciclo. Sapere cosa sono, come si presentano e quando possono avvenire è fondamentale per interpretarle correttamente e gestire le aspettative sulla gravidanza. In questo articolo andremo ad approfondire ogni dettaglio, per aiutarti a distinguere tra spotting da impianto e perdite da ciclo.
Cosa sono le perdite da impianto?
Le perdite da impianto (o spotting da impianto) sono un leggero sanguinamento vaginale che compare in una fase molto precoce della gravidanza e che, per somiglianza, spesso viene confuso con lo spotting premestruale o l’inizio delle mestruazioni stesse.
Queste leggere tracce di sangue si possono verificare quando l’ovulo fecondato, allo stadio di blastocisti, si impianta (o si annida) nell’endometrio, ovvero la parete interna vascolarizzata dell’utero. Durante questa fase dei piccoli vasi sanguigni possono rompersi, provocando appunto sanguinamenti leggeri. È importante sottolineare che non tutte le donne sperimentano le perdite da impianto: la loro assenza, quindi, non significa assolutamente che la gravidanza non sia in corso.
Spotting premestruale e spotting da impianto: qual è la differenza?
Spesso le perdite da impianto vengono confuse con lo spotting premestruale, soprattutto se compaiono pochi giorni prima dell’inizio previsto del ciclo. Come fare a distinguere le due tipologie di perdite? Osservando colore, flusso e durata.
- Colore: le perdite da impianto tendono a essere rosate o marroni, raramente rosso vivo. Questo perché il sangue impiega un po’ di tempo a fuoriuscire dall’utero e, nel frattempo, si ossida. Lo spotting premestruale, invece, tende ad essere di un rosso vivo e brillante.
- Flusso: la quantità delle perdite da impianto è davvero minima, tanto che spesso si nota solo una macchia sulla biancheria intima o sulla carta igienica.
- Durata: le perdite da impianto sono un evento breve. Spesso si limitano a un solo episodio o al massimo a 1-2 giorni e non dovrebbero essere accompagnate da coaguli né da crampi forti. Un sanguinamento che prosegue e aumenta di intensità è quasi certamente l'inizio del ciclo mestruale. Lo spotting premestruale, invece, è spesso accompagnato da altri sintomi premestruali come dolori al basso ventre, gonfiore o irritabilità.
Per imparare a distinguere questi due eventi, è importante conoscere il proprio corpo e i suoi segnali, confrontando l’esperienza attuale con i cicli precedenti.
Perdite da impianto: quando avvengono?
La tempistica è un altro indizio fondamentale per distinguere spotting da impianto da quello premestruale. Dunque, quando avvengono le perdite da impianto? La finestra temporale in cui possono verificarsi va dal 6° al 12° giorno dopo il concepimento, ovvero quando l’ovulo fecondato arriva nell’utero e si annida. Questa fase coincide generalmente con il periodo che precede l’arrivo delle mestruazioni, perciò il rischio di confusione è elevato.
Molte donne invece cercano di calcolare dopo quanti giorni dal rapporto compaiano le perdite da impianto: in media si possono osservare tra il 6° e il 12° giorno dopo il rapporto sessuale, ma questo dato può variare in base all’ovulazione e al ciclo personale.
Perdite da impianto e test di gravidanza: dopo quanto può essere positivo?
Dopo aver notato lo perdite da impianto, quando è possibile fare un test di gravidanza? Una volta completato l’impianto, il corpo inizia a produrre l'ormone beta-hCG, che rappresenta il principale indicatore rilevato dai test di gravidanza, sia urinari che ematici.
Ciò significa che, dopo aver notato le perdite da impianto, è necessario aspettare un po’ prima che i livelli di beta-hCG siano rilevabili: un test effettuato in questo momento risulterà quasi certamente negativo. Di solito è solo dopo 2-4 giorni dall’impianto che l’ormone raggiunge una concentrazione sufficiente per essere individuato tramite un esame ematico. Per evitare falsi negativi, dunque, è consigliabile attendere almeno 12-14 giorni dal rapporto sessuale o 3-4 giorni dalla fine dello spotting prima di eseguire un test.
Anche se i test di gravidanza più sensibili promettono risultati attendibili anche qualche giorno prima del ritardo mestruale, è sempre preferibile attendere il primo giorno di ritardo per avere maggiore affidabilità. Se il test risulta negativo ma i sintomi persistono, è consigliabile ripeterlo dopo 2-3 giorni o effettuare un dosaggio ematico dell’hCG, che può individuare l’ormone con maggiore precisione.